Esplode l’estate ed esplodono anche le piante acquatiche. Per i nostri laghi si tratta di un fenomeno del tutto naturale che testimonia la capacità di penetrazione dei raggi solari nell’acqua. Nonostante la buona proliferazione di fitoplancton (microalghe) anche in estate le erbe acquatiche ricevono luce fino a 5-6 metri di profondità. Nelle acque, mediamente fredde, del lago Maggiore sono presenti 44 specie censite di macrofite, cioè piante acquatiche immerse (39 specie) e di macroalghe (5 specie). Secondo studi del Cnr di Pallanza, le piante acquatiche più comuni sono nel lago Maggiore importanti, in termini di superficie occupata, sono Myriophyllum spicatum(L.), Ceratophyllum demersum(L.) e Vallisneria spiralis(L.) che sono le piante acquatiche che in estate sono più evidenti anche da un’osservazione da riva almeno nei tratti di costa più diffusi. Nelle zone più “paludose” di Fondo Toce, sono più evidenti i canneti di fragmite, le carici e i giunghi sormontati dai salici bianchi.
Le piante acquatiche del lago Maggiore, così come le alghe, sono oggetto di numerosi studi. Se ne occupano le università ma soprattutto l’Istituto per lo studio degli ecosistemi e l’Istituto di ricerca sulle acque del Cnr di Verbania-Pallanza e la Commissione internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere. In particolare si studiano le proliferazioni di piante e alghe aliene, portate nel lago dagli uccelli acquatici migratori, da imbarcazioni spostate di lago in lago, dall’acquariofilia, dall’immissione di pesci da altri bacini.
Negli ultimi 20 anni si è assistito alla proliferazione delle piante acquatiche. Questo fenomeno è terreno di studio che coinvolge anche la comprensione degli effetti del cambiamento climatico.
